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Biografia

Figlio di Alexander Medový e Anna Kolarovičová, Jozef nasce il 1° marzo 1926 a Smolenice (Rep. Slovacca), un paese ai piedi dei Piccoli Carpazi situato a 242 metri s.l.m. Riceve il battesimo il giorno 7 marzo 1926 dal parroco della chiesa del paese "Narodenia Panny Márie" (Natività di Maria Vergine) Ján Novák e la cresima il 30 settembre 1937 dal vescovo Jozef Čársky, ricevendo come nome di cresima "Ignatius".

La sua casa natale è situata in SNP (Slovenského národného povstania) 5, ed in questa ha vissuto la sua infanzia insieme ai suoi genitori e al suo unico fratello Ladislav, nato due anni dopo di lui, il 16 giugno 1928. La grande casa era divisa con la famiglia della sorella di Anna, Maria Kolarovičová, che gli fece anche da madrina di battesimo.

Con i genitori e il fratello Ladislav. Foto anni '40

Casa natale a Smolenice. Foto del 1992

Frequenta le scuole elementari a Smolenice e gli studi superiori a Trnava dove ottiene la maturità classica nel 1945. Fin da piccolo aveva una normale predisposizione nel frequentare la parrocchia e ben presto fu istruito nei servizi d'altare. Molto riservato e serio, anche nei suoi giochi cercava di emulare i gesti del sacerdote, improvvisando in casa degli altarini e fabbricando da sé abiti simulando i paramenti sacri, ed in questo coinvolgeva spesso i suoi piccoli amici. La partecipazione ad un corso di formazione per ministri d'altare della Legio Angelica, fece scoccare in lui la scintilla della vocazione sacerdotale. L'assidua frequentazione di questa associazione religiosa e l'amicizia che nacque con il suo fondatore, monsignor Karol Jarábek, lo portarono a diventare agli inizi degli anni '40 segretario nazionale della Legio Angelica, con compiti prevalentemente organizzativi. Curò infatti i due Congressi Nazionali (1944 e 1946) e gli annuali appuntamenti estivi dei campi scuola.

 

Al tempo della sua nascita la Slovacchia era parte della Repubblica Cecoslovacca costituitasi come stato indipendente il 28 ottobre 1918 all'indomani della caduta dell'impero asburgico e della fine della prima guerra mondiale. Nell'autunno del 1938, in seguito all'accordo di Monaco stipulato da Hitler con Inghilterra Francia e Italia, i territori boemi, moravi e slesiani vengono annessi alla Germania mentre nel marzo del 1939 la Slovacchia si costituisce come stato indipendente sotto la guida del filonazista Tiso. La pressione della Germania nazista spinse i politici slovacchi ad abbandonare del tutto l'attività politica, molti partiti furono chiusi o proibiti e venne eletto un parlamento sotto la tutela del Reich rendendo di fatto la Slovacchia uno stato fantoccio.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, in una Cecoslovacchia riunificata, il 20 settembre 1945 Jozef Medový inizia gli studi religiosi a Bratislava presso la Facoltà di Teologia cattolica SS. Cirillo e Metodio (precedente collegio gesuitico fatto costruire dall'arcivescovo di Esztergom Peter Pazmany su progetto del romano Iacopo Rava nel XVII sec.). Si distingue negli studi dimostrando serietà ed eccellenti doti di apprendimento cosicché, dopo due anni, nel novembre del 1947, gli viene offerta, dal vescovo della diocesi di Trnava, Mons. Ambróz Lazík, su indicazione dei suoi superiori e del rettore del seminario Michal Buzalka, la possibilità di proseguire la sua preparazione teologica a Roma, presso la Pontificia Università Lateranense.

 

Accettata la proposta in accordo con i suoi genitori, con molta gioia ma anche con molta sofferenza parte per l'Italia non sapendo che la storia avrebbe riservato per il suo Paese un futuro altrettanto buio rispetto a quello che aveva appena vissuto. Infatti, con la presa del potere del regime comunista nel febbraio del 1948, i sacerdoti Cecoslovacchi non poterono rientrare in patria se non con il rischio di essere arrestati e mandati nei campi di concentramento o ai lavori forzati. Durante il periodo degli studi, alloggia presso il Pontificio Collegio Nepomuceno in Via della Condordia, dove riceve la preparazione sacerdotale mentre alla Pontificia Università Lateranense si dedica allo studio della Teologia, della Filosofia e del Diritto Canonico. Ottiene il dottorato in Teologia presentando la tesi sui Santi Cirillo e Metodio dal titolo "Missio Sancti Methodii inter Slavos" (1955).

Il 23 dicembre 1950 riceve il sacramento dell'ordinazione dal vescovo Mons. Luigi Traglia insieme ad altri cinque suoi connazionali: Dominik Hrušovský, Frantisek Skoda, Stefan Vrablec, Anton Paterek e Jan Repassy. Celebra la sua prima messa la mattina del 24 dicembre nella basilica di S. Clemente, nella cappella dedicata a S. Cirillo. Nessun familiare fu presente in quanto il governo dell'epoca non concesse il permesso ai parenti di viaggiare a Roma. Allo stesso modo fu ritirato il passaporto a tutti i religiosi che non poterono così far ritorno in patria.

 

Inizia così un lungo capitolo della sua vita in cui si alterneranno momenti di gioia ma anche momenti di tristezza e di solitudine distante dalla sua patria ancora lontana dal raggiungere una libertà ed una democrazia che arriverà veramente, come tutti noi sappiamo, solo con la caduta del muro di Berlino e con la caduta del regime comunista. La sua prima destinazione è nella Diocesi di Udine, nella parrocchia del comune di Codroipo (UD), Santa Maria Maggiore, ed ha l'incarico di vice parroco. 

Dopo quattro anni di attività pastorale con i giovani della parrocchia viene inviato nella Diocesi Suburbicaria di Porto-S. Rufina, nella provincia di Roma e precisamente nelle parrocchie di S. Giuseppe a S. Marinella e di S. Croce a Furbara-Sasso, anche qui come vice parroco. Dopo queste prime esperienze parrocchiali il Vescovo titolare, il Cardinale Tisserant, gli affida la parrocchia di Castel Giuliano S. Filippo Neri che guida da parroco per ben venti anni. Oltre a rinnovare l'interno della chiesa con marmi e mosaici, fa erigere anche il campanile, vanto e orgoglio per tutto il paese. Agli inizi degli anni '60 contribuisce alla nascita ed alla costruzione dell'Istituto Slovacco dei Santi Cirillo e Metodio a Roma. Il 12 gennaio 1966 viene nominato dalla Sacra Congregazione dei seminari e degli studi universitari, su proposta dei vescovi Slovacchi Mons. Eduard Necsey e Mons. Ambroz Lazík, Vicerettore del Pontificio Collegio Nepomuceno, carica che ricopre per sei anni e, l'anno seguente, il 16 febbraio 1967, durante il pontificato di Papa Paolo VI, viene insignito del titolo di Monsignore. Infine, nell'ottobre del 1977 viene chiamato a guidare una nuova parrocchia nascente a Marina di Cerveteri, la cui chiesa, di nuova costruzione, è intitolata a S. Francesco d'Assisi. Nel 1991 erige l'oratorio "S. Domenico Savio", acquistando un prefabbricato in Friuli. Il 14 maggio 1993 riceve l'onorificenza di Prelato d'onore di Sua Santità, a firma dell'allora Segretario di Stato cardinale Angelo Sodano.

Venendo meno le sue forze e a causa di una malattia, il vescovo Antonio Buoncristiani lo invita ad interrompere la sua attività pastorale. Il 7 dicembre 1996, alle ore 8,30 del mattino, concelebra la sua ultima messa prima di lasciare definitivamente la sua parrocchia e la sua gente per ritirarsi prima presso l'Istituto delle Ancelle della Visitazione di S. Marinella e poi presso la nascente comunità religiosa degli Umili Servi dell'Altissimo dove è stato amorevolmente accudito per oltre due anni fino alla fine dei suoi giorni. Si spenge l'11 ottobre 1999, alle ore 14,30, a S. Marinella. I funerali vengono concelebrati con la presenza del Vescovo diocesano e della maggior parte dei sacerdoti della diocesi nella parrocchia di S. Giuseppe a S. Marinella. Il vescovo Antonio Buoncristiani che ha celebrato le esequie lo ha ricordato con queste parole: "Egli è venuto a noi come un rifugiato dalla Slovacchia e in Italia ha trovato la sua nuova casa e il luogo di residenza. Le sue capacità umane, intellettuali e spirituali sono state molto preziosi per lo sviluppo della nostra diocesi nella quale ha svolto tanti servizi di diversa importanza, per i quali ha giustamente ricevuto il meritato il rispetto da Vescovi, sacerdoti e tutto il popolo".

 

Le sue spoglie riposano nel cimitero di Palidoro in Via Aurelia al Km. 32,800 nella tomba dei sacerdoti diocesani.

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