top of page

Pensieri

Tra il 1991 e il 1995, nella parrocchia di Marina di Cerveteri, la seconda da parroco, nacque sotto la sua direzione, un giornalino parrocchiale, un piccolo bollettino informativo per i fedeli della comunità. Mons. Medový era solito scrivere un piccolo redazionale, una “lettera del parroco”, dove esprimeva delle piccole riflessioni sul periodo liturgico o semplici saluti e frasi di incoraggiamento rivolte ai lettori. Sono qui raccolti e suddivisi per anno questi brevi scritti.​

ANNO 1991

Lettere pubblicate nel giornalino parrocchiale a diffusione interna nel 1991.

 

Da “L’Eco” Anno I- n.1 – Pasqua 1991

 

“Capita nella vita di ciascuno di noi di dover affrontare situazioni imprevedibili o coltivare a lungo sogni che sembrano irrealizzabili. Anche le vicende della mia vita, in terra lontana dalla patria d’origine, formano un romanzo a puntate, che vi è più o meno noto.Ora ne fa parte un sogno che si sta avverando: l’uscita del primo numero del nostro BOLLETTINO parrocchiale.Grazie alle fatiche ed alla generosità di alcuni collaboratori, senza i quali l’iniziativa non sarebbe stata possibile, abbiamo uno strumento prezioso di comunicazione tra i fedeli e la parrocchia, che ogni tanto, magari senza scadenze fisse ma con perseveranza, ci porterà le notizie riguardanti la nostra comunità e ci incoraggerà nel cammino di fede, speranza e carità.Che Dio ci benedica, ora e sempre.Vi saluta cordialmente il vostro Parroco.”


Da “L’Eco” Anno I - n.2 – 1991

 

“Da più parti mi è pervenuta l’eco del primo numero del bollettino “L’ECO”, gradito ed apprezzato dalla nostra comunità parrocchiale; dunque abbiamo un ulteriore sprone a continuare.La celebrazione della Settimana Santa e della Pasqua è stata splendida e la partecipazione dei fedeli, sempre numerosi ed attenti, molto sentita.Anche le iniziative in favore del progettato Oratorio sono state ben accolte non soltanto dai residenti, ma anche dagli ospiti o visitatori occasionali.Quindi vorrei manifestare un grazie molto sentito a tutti coloro che hanno contribuito con le offerte o hanno collaborato con lavoro, per ore e giornate, alla buona riuscita di tutto; non ci rimane che andare avanti senza stancarci o scoraggiarci.Nell’ultima domenica di maggio poi ci aspetta la Prima Comunione dei bambini e nell’ultima domenica di giugno la Cresima degli adolescenti; preghiamo e diamoci da fare affinché queste due solennità siano celebrate con fede e solidarietà di tutta la popolazione di Marina di Cerveteri.Vi saluta cordialmente il vostro Parroco.”


Da “L’Eco” Anno I- n.3 – Novembre 1991

 

“Siamo una comunità di credenti, ciò vuol dire che preghiamo, impariamo ed insegnamo la dottrina della fede e facciamo opere buone.

Quest'anno la ricorrenza della festa della B.V. Maria assunta in cielo ci ha dato due occasioni di preghiera comunitaria veramente eccezionali: la vigilia della solennità e la morte della signora Serafini.

Nel pomeriggio del 14 agosto, al tramonto del sole, la S. Messa è stata celebrata nel giardino davanti alla chiesa con eccezionale partecipazione dei fedeli; ad essa è poi seguita la ormai tradizionale processione con la statua della Madonna sistemata su di una barca ed accompagnata da un gruppo di ragazzi vestiti da marinaretti. La banda musicale, i canti e le preghiere hanno echeggiato per le strade di Cerenova e la conclusione davanti alla chiesa illuminata dalle fiaccole è stata veramente meravigliosa.

La seconda occasione di preghiera è stata invece velata di tristezza per la morte della mamma di Roberto, ma il funerale, svoltosi il 16 agosto nella nostra chiesa, affollata in buona parte da ragazzi e giovani amici dei cinque figli della defunta, è stata una manifestazione non soltanto di umana solidarietà nel dolore, ma anche di cristiana speranza nella resurrezione: i canti e le preghiere hanno trasformato l'assemblea liturgica, dal solito incontro addolorato, in un coro di speranza, caso finora unico da quando esiste la nostra Parrocchia.

Dio ci aiuti ad andare avanti sempre meglio.

Vi saluta cordialmente il vostro Parroco.”


Da “L’Eco” Anno I- n.4 – Dicembre 1991

 

“Qualche anno fa, in una classe delle scuole elementari, pochi giorni prima di Natale, avevo chiesto ai fanciulli, tutti raggianti in vista delle prossime vacanze, che cosa si festeggia il 25 dicembre? Nell’improvviso silenzio, un bambino esclamò: “e che ne so io?”; qualcuno ha ricordato i regali, qualche altro il viaggio in montagna, un altro ancora i dolci, specialmente il panettone.Alla mia domanda se il presepe in chiesa gli suggerisse qualcosa, un bambino, alzandosi di scatto, disse: “GESU’ BAMBINO!”.Che fatica!!! E non lo dico con aria di rimprovero! Vorrei soltanto invitare tutte le famiglie credenti in Dio a ricordare più spesso, specialmente a Natale, che Gesù Bambino, nato a Betlemme 1991 anni fa, è Dio che ha assunto la natura umana per amore nostro, per condividere con noi fatiche e sofferenze; però ci porta anche la gioia, la pace, l’eterna salvezza.Offriamo a Gesù la nostra riconoscenza: LUI ci guiderà con la mano sui sentieri della vita.Tanti auguri di felicità a tutti, vi saluta affettuosamente il vostro Parroco.”

ANNO 1992

Lettere pubblicate nel giornalino parrocchiale a diffusione interna nel 1992.

 

Da “L’Eco” Anno II- n.1 – 1992

 

“I due mesi che abbiamo davanti, marzo e aprile, hanno una doppia caratteristica. Nella natura c’è il ritorno della primavera, tanto cara sia ai piccoli che ai grandi; nella liturgia c’è invece il ritorno della quaresima, che ci invita al maggior impegno nella preghiera, nello studio della dottrina di fede, nelle opere della carità cristina.
I fiori della primavera si trasformano in frutta estiva ed autunnale, la quaresima ci conduce verso la Pasqua e la Pentecoste, che ci rievocano la gloriosa risurrezione di Gesù Cristo e la meravigliosa venuta dello Spirito Santo.
Tutte queste ricorrenze, trasformazioni e festose celebrazioni sono un dono di Dio nostro Padre, per la nostra gioia e la nostra felicità.
Vogliamo disprezzare questo dono o vogliamo ringraziare il Signore? Come? Aiutando anche noi gli altri a diventare più lieti e felici.
Vi saluta cordialmente il vostro Parroco.”


Da “L’Eco” Anno II- n.2 – Aprile 1992

 

“La primavera viene dopo l’inverno, la guarigione della malattia si ottiene con cure mediche, la promozione agli esami viene dopo gli studi, la vittoria sportiva viene dopo gli allenamenti, la mietitura non si può fare senza la semina e coltivazione del terreno, lo stipendio arriva dopo lavoro tanto faticoso e lungo servizio.
Anche la risurrezione di Gesù Cristo è stata preceduta da lunga predicazione ed estenuante passione.
La Pasqua ci fa cantare Alleluja, celebriamo la gloria del Signore.
Anche per noi però vale la condizione di impegno nel bene, lo sforzo nella fatica, nell’attesa della nostra risurrezione.
Vi saluta cordialmente il vostro Parroco.”


Da “L’Eco” Anno II- n.4 – Ottobre 1992

 

“In Ottobre anche le Parrocchie riprendono il cammino. Da un mensile destinato ai sacerdoti prendo alcune riflessioni che ci possono essere utili.
1. Largo ai laici. E’ un imperativo inderogabile dettato non solo dalla scarsità dei preti in attività, data l’età non più giovanile di molti di essi e della impossibilità di intervenire ovunque sarebbe necessario e urgente, ma anche da precise ragioni teologiche, soprattutto la riscoperta della chiesa come popolo di Dio. 2. Programmazione. Questa non è solo una necessità pratica, bensì una nuova mentalità nel nuovo metodo di lavoro. Si tratta anche come rivela l’esperienza in molte attività, del segreto per ottenere risultati significativi. 3. Analisi della realtà in cui viviamo, la scelta delle priorità di intervento, indagine sul territorio e sul tessuto sociale sono presupposti inderogabili. 4. Inserimento nel piano pastorale nazionale e diocesano. E’ di vitale importanza per ogni piano pastorale parrocchiale. Per gli anni novanta i vescovi italiani ci propongono tre attenzioni prioritarie: i giovani, le nuove povertà, formazione di persone all’impegno politico. 5. Tempi e strategie di fronte alla vastità dei problemi. E’ difficile resistere alla tentazione di partire con troppe iniziative destinate fatalmente a fermarsi a metà strada provocando delusioni e scoraggiamenti. Una programmazione esige una misurazione delle proprie forze ed il rispetto dei tempi. 6. Verifica. Rispettando la coscienza di ciascuno è possibile e necessario fare ogni tanto un punto fermo sulla situazione ed i risultati o le sconfitte. 7. Evitare la concentrazione di molti incarichi nelle mani di poche persone. C’è chi forse vorrebbe fare qualche cosa ma non osa farsi avanti. Bisogna dare a tutti la possibilità di rendersi utili per la comunità. Un proverbio dice: Meglio un passo in mille che non mille passi da solo”.

ANNO 1993

Lettere pubblicate nel giornalino parrocchiale a diffusione interna nel 1993.

 

Da “L’Eco” Anno III- n.1 – Gennaio 1993

 

“Se un astronauta avesse potuto, da un satellite in orbita intorno al globo terrestre, osservare la Terra l’ultimo giorno dell’anno 1992 e il primo del 1993, avrebbe visto un’esplosione di fuochi artificiali spostarsi da un meridiano all’altro, partendo dall’Estremo Oriente e concludendo la corsa in Oceania.
Perché questo segno di giubilo, allegria, accompagnato da musiche, balli, grandi banchetti e abbondanti libagioni e tanti tanti auguri?
Ma auguri…di cosa?
Di felicità nell’anno nuovo!!!
Che poi è nuovo per modo di dire, perché, come tutti gli anni dall’inizio della corsa della terra intorno al Sole, durerà 365 giorni, o se vogliamo 52 settimane…insomma 12 mesi, tutto per dire che non c’è una vera e propria novità.
Ma allora per che cosa possiamo gioire?
Per la fortuna che siamo ancora vivi, mentre tante persone sono scomparse.
Per le mete raggiunte, belle e utili, mentre tanti sono colpiti dalla sventura.
Per le aspettative che riponiamo nel futuro, per la fede, la speranza, la carità che Dio ha infuso nel nostro animo.
Per la salute che ci permette una vita serena la quale ci consente di voler bene agli altri, di far del bene per la gioia degli altri.
Vi saluta il vostro Parroco.”


Da “L’Eco” Anno III – n.2 – Giugno 1993

 

“Il mese di maggio, nell’emisfero boreale, dall’equatore fino al circolo polare, è un mese di risveglio, di primavera, di fiori, tanto decantato dai poeti e musicisti.
La natura si risveglia dal letargo invernale, i boschi ed i prati si rivestono di manto verde, l’aria è mite ed impregnata dal profumo dei fiori. Non c’è da meravigliarsi che in questo periodo anche il calendario liturgico ufficiale è pieno di ricorrenze eccezionali e la devozione popolare ha dedicato questo mese a Maria Santissima madre di Gesù.
In questa cornice i fedeli della nostra comunità parrocchiale hanno partecipato quest’anno a tre celebrazioni, una più bella e significativa dell’altra.
La domenica del 9 maggio 25 fanciulli hanno ricevuto per la prima volta il sacramento dell’Eucarestia. Accompagnati dai genitori, in vesti bianche, con animo purificato dal sacramento della Riconciliazione, sono andati incontro a Gesù, riempiendo la chiesa con lo splendore della loro innocenza.
La domenica del 16 maggio è stata caratterizzata da un avvenimento del tutto eccezionale: il nostro vescovo diocesano, Mons. Diego Bona, ha conferito l’ordinazione diaconale a un giovane salesiano di origine veneta, Marco Rossetti, noto tanto ai giovani che agli adulti come catechista e collaboratore dei due sacerdoti salesiani Don Giuseppe Roggia e Don Francesco Motto, che da diverso tempo aiutano il parroco. La chiesa era gremita dai fedeli dei quali quasi nessuno aveva mai visto una simile celebrazione.
L’animazione, la devozione, l’entusiasmo hanno raggiunto il massimo grado quando il candidato al diaconato si è prostrato per terra davanti all’altare e la comunità dei presenti ha cantato le litanie dei santi, invocando la loro intercessione per il giovane che stava per ricevere il primo grado del sacramento dell’Ordine.
La domenica del 23 maggio infine era la festa dei 29 ragazzi della nostra comunità che dalle mani dello stesso vescovo diocesano hanno avuto il sacramento della Cresima, ricevendo così i doni dello Spirito Santo e promettendo di impegnarsi anche da grandi a vivere da buoni cristiani.
Ora andiamo incontro all’estate; auguri di allegria e di buon divertimento, ma non ci dimentichiamo di Gesù, che anche d’estate rimane il nostro più grande amico e nostro ideale.
Con cordiali saluti.”


Da “L’Eco” Anno III – n.3 – Novembre 1993

 

“Con l’inizio dell’anno scolastico, che impegna numerose famiglie della nostra comunità, si è aperto anche l’anno sociale e pastorale della nostra parrocchia.
La S. Messa domenicale delle ore 10, è ritornata di nuovo ad essere la più frequentata ed animata. Anche in oratorio sono riprese le molteplici attività sia di carattere religioso, come il catechismo, sia di carattere ricreativo e culturale.
Per venire incontro alle richieste rivolte da più parti al nostro vescovo diocesano di affiancare all’attuale parroco un altro sacerdote a tempo pieno, oltre a Don Francesco Motto, il vescovo ha destinato per la nostra parrocchia un giovane diacono, di nome Francesco Labricciosa. Per adesso anche lui viene da noi soltanto il sabato e la domenica, ma dopo la sua ordinazione che avverrà dopo la prossima Pasqua, rimarrà qui stabilmente con l’incarico di viceparroco. Sarà destinato specialmente per l’apostolato tra i ragazzi, gli adolescenti ed i giovani.
Un’altra novità è di questi giorni: il comune di Tarcento (in provincia di Udine), che ci ha dato a condizioni di gran favore la struttura prefabbricata per l’oratorio, ci ha concesso altri due prefabbricati di stessa grandezza, che potremo sistemare sul terreno della nostra parrocchia, già recintato, che si trova nella zona di Ippocampo, tra le vie Alfani e Luni.
Vi troverà posto una cappella sussidiaria e alcune ulteriori iniziative di ricreazione e cultura, che non trovano spazio vicino alla chesa parrocchiale.
Il nostro paese cresce e si sviluppa rapidamente. Quando sono venuto qui nell’autunno del 1977, c’erano circa 200 abitanti stabili. Oggi, dopo 16 anni, gli abitanti stabili si avvicinano a 5.000. Allora bisogna ingrandire anche le strutture parrocchiali per poter servire meglio i fedeli e attirare a Cristo anche i trascurati o i lontani.
Colgo l’occasione infine per ringraziare tanti appartenenti alla nostra comunità, che mi hanno manifestato un grande affetto e gioia per il mio ritorno dall’ospedale dopo un breve ricovero a metà settembre.
I vecchietti di Castel Giuliano mi dicevano che la salute è una gran bella cosa.
Sapevo di essere ben visto da molti di voi, ma non immaginavo tanto interessamento e tanta premura, che adesso mi obbligano a prodigarmi sempre più per il bene di voi tutti.
Dio vi benedica. Il Parroco”


Da “L’Eco” Anno III – n.4 – Dicembre 1993

 

“Dio è l’eterno, vive sempre ed è fonte di vita per tutto il mondo vegetale, animale, umano ed angelico.
Gli studiosi da secoli discutono quali sono le caratteristiche degli essere viventi, in che cosa si distinguono dalla natura morta. Un diamante, anche se grande e splendido, non sa cantare come un usignolo; la luna piena che illumina i prati con la sua luce pallida non sente la felicità di due fidanzati i quali in una notte di mezza estate camminano lungo il torrente tenendosi per mano e parlano del loro avvenire. Si, la vita è un grande dono di Dio, che rende felici le creature.
Sfortunatamente la storia dell’umanità è piena di attentati alla vita. Alle volte sembra che molti non la sanno apprezzare, e per qualunque motivo la distruggono, tanto quella propria che quella degli altri.
Dio invece ci insegna di tenerne conto e di saper renderla sempre più bella, non con violenza, non con falsi ideali, non con egoismo, ma con onestà, bontà e sincero amore reciproco.
Sostando davanti il presepe che ci ricorda la nascita di Gesù, ringraziamolo per il dono della vita, Lui che si fece uomo per farci felici non soltanto per oggi, ma per l’eternità.
Il vostro Parroco.”

ANNO 1994

Lettere pubblicate nel giornalino parrocchiale a diffusione interna nel 1994.

 

Da “L’Eco” Anno IV – n.1 – Marzo 1994

 

“Durante la cena Pasquale, detta anche ultima prima della crocifissione, Gesù si alzò da tavola, depose le vesti e preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. Simon Pietro protestava, ma dopo la spiegazione datagli da Gesù, accettò l’insolito servizio e così anche gli altri apostoli.
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse: “Sapete ciò che vio ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica”.
Non è l’unica volta che Gesù ha raccomandato ai suoi uditori e seguaci che chi di loro vuol essere primo si faccia ultimo. Non è un messaggio destinato a provocare il senso di inferiorità nell’animo di chi lo ascolta. E’ un invito al rispetto per gli altri, un invito ad essere ben disposti ad aiutare chi soffre, è un invito al servizio disinteressato, senza prepotenza.
Nella nostra comunità parrocchiale sono molti coloro che mettono in pratica, con ammirevole costanza, l’amore per il prossimo. Però non ci illudiamo! Abbiamo tra noi anche egoisti, prepotenti, attaccabrighe, pieni di proposte e suggerimenti per gli altri, ma ben lontani di impegnarsi personalmente.
C’è chi vuol sempre diventare protagonista non con servizio, ma con critiche, con promesse non mantenute, con malcelata soddisfazione quando le cose vanno male.
Quando a Pasqua canteremo Alleluja, facciamo un esame di coscienza e promettiamo a Gesù Risorto di voler sul serio più servire che comandare, più far del bene che chiacchierare, più favorire amicizie con tutti che prendere in giro o deridere tutti. Cristo Risorto annuncia la pace. Che vogliamo fare noi?
Vi saluta il vostro Parroco.”


Da “L’Eco” Anno IV – Novembre 1994

 

“Fratelli e sorelle carissimi, inizia per tutta la Chiesa e per ciascuno di noi l’attesa di Gesù nostro Salvatore e Redentore. Questa venuta è per noi l’unica speranza di pace, serenità e gioia. Saremo pronti a ricevere Gesù il giorno di Natale dopo aver fatto insieme un progetto per rendere più belle ed accoglienti le nostre anime ed i nostri cuori. Ci vedremo in oratorio mercoledì 30 novembre alle ore 18,30 per l’inizio dell’Avvento e dell’anno liturgico. La Parola di Dio guiderà il cammino della nostra comunità ecclesiale e con l’apostolo Paolo proclameremo che “per mezzo della perseveranza e della consolazione noi possiamo aspettare il nostro incontro con Cristo”.
In attesa di questo incontro viviamo fra noi e con tutti guardandoci con amore, lealtà, fiducia: doniamo a tutti un sorriso, un momento di attenzione affettuosa, un po’ del nostro tempo. Proponiamoci di trasformare quest’epoca di indifferenza e di solitudine in un tempo sereno riscaldato dall’affetto fraterno di ciascuno di noi per tutti.
Vi saluto e vi benedico. Il vostro Parroco.”


Da “L’Eco” Anno IV – Numero Speciale – Dicembre 1994

 

“Qualche anno fa ho avuto un grande regalo da una famiglia di vecchia conoscenza: una somma di denaro che mi ha consentito di partecipare ad un pellegrinaggio in Terra Santa con una comitiva.
A Gerusalemme, fermi davanti all’ingresso della basilica della Risurrezione, siamo stati avvicinati dalla guida di un altro gruppo il quale, spiegandomi che il sacerdote che doveva celebrare per loro non era potuto venire, mi chiese se potevo io celebrare al suo posto.
Accettai naturalmente di buon grado un così inaspettato compito. Per un sacerdote di qualunque tempo e parte del mondo, il fatto di poter celebrare la santa messa sulla pietra che sostenne il corpo di Gesù morto in croce sarebbe un sogno. Tanto più che la grotta della sepoltura, da secoli inclusa in una grande basilica, è stata testimone anche della gloriosa risurrezione di Cristo. Ma la storia non finisce qui: il giorno dopo siamo andati a visitare la città di Betlemme, non lontana da Gerusalemme. Là è nato Gesù, in una grotta, anche questa inclusa in una grande basilica. Mentre aspettavamo in piazza il nostro turno per poter entrare, scoppiò una sparatoria tra soldati ebrei ed arabi; l’ingresso in basilica fu di colpo chiuso e vari viaggiatori, pellegrini, venditori ambulanti cercavano riparo dove potevano. Io ho trovato riparo in un negozio di souvenirs in cui ho acquistato qualche pacchetto di santini.
Cessato l’allarme sono riuscito ad entrare tra i primi in basilica e ho trovato vuota la grotta trasformata in cappella dove era nato Gesù avendo così la possibilità di poggiare i santini per qualche momento sull’altare che in altre circostanze non avrei potuto neanche avvicinare.
Concludo questi ricordi con una domanda: a che serve discutere, come fanno alcuni, se conta più la Pasqua di risurrezione o il Natale di Gesù? Se Gesù non fosse nato, non sarebbe neanche risorto: se Gesù fosse nato e morto ma non risorto, vana sarebbe la nostra fede, come scrive S. Paolo.
Il Signore è grande, sia nelle piccole che nelle eccezionali occasioni. Non è vero?
Vi saluta e vi augura un felice Natale il vostro Parroco.”

 

ANNO 1995

Lettere pubblicate nel giornalino parrocchiale a diffusione interna nel 1995.

 

Da “L’Eco” Anno V – n.1 – Febbraio 1995

 

“Il 24 gennaio scorso, nel calendario liturgico della chiesa, ricorreva la festa della conversione di S. Paolo Apostolo.
Per ben tre volte è raccontato nel libro degli Atti degli Apostoli, scritto dall’evangelista Luca, come da grande persecutore dei primi cristiani, sia diventato un grande apostolo. All’invito di Gesù rivoltogli in una apparizione improvvisa e miracolosa, qualche anno dopo la risurrezione, risponde:”Che devo fare Signore?”. Gesù gli dà le indicazioni e lui si impegna con tutte le sue forze nell’opera di diffusione del Vangelo.
Non è un caso unico nella storia dell’umanità che Dio invia le persone da lui scelte ad impegnarsi in una missione eccezionale e difficile. Già nei secoli o addirittura millenni la Bibbia ci descrive questi eroi: Abramo, Mosè, Samuele, grandi profeti come Isaia o Geremia, i dodici apostoli di Gesù chiamati uno per uno da Lui stesso.
Anche dalle epoche recenti sono noti personaggi di santi che in vari modi sono stati scelti e chiamati da Gesù. E hanno consumato forse la vita intera per il bene di tutta l’umanità.
Missionari, educatori di gioventù, assistenti di orfani o malati inguaribili. Per tutti vale l’esempio di Madre Teresa di Calcutta nota in tutto il mondo per le sue opere di misericordia.
Ma ciascuno di noi è sempre disposto a fare ciò che Dio ci chiede?
Vi saluta e vi benedice il vostro Parroco.”


Da “L’Eco” Anno V – Numero Speciale – Pasqua 1995

 

“In quasi tutte le lingue moderne sono rimaste tre parole prese dalla lingua ebraica. Esse sono: Alleluja=canto di gioia e di lode; Amen=risposta di approvazione; Osanna=grido di entusiasmo.
La più nota è Alleluja che viene usata nel linguaggio religioso, nelle celebrazioni liturgiche, nei canti di ogni giorno, eccetto il tempo di quaresima. Particolarmente viene ripetuta nel tempo pasquale, come esplosione di giubilo, di vittoria, di profonda fede in Cristo risorto. Così si comportavano i primi cristiani, sull’esempio degli apostoli. Tutti i libri del Nuovo Testamento sono pervasi dalla convinzione della verità della risurrezione di Gesù.
L’annuncio della risurrezione poggia su una testimonianza, non su un ragionamento. I canti composti dalle comunità che celebravano ogni domenica la risurrezione, esprimono lo stesso entusiasmo e la stessa fede.
Nel mondo di oggi, sconvolto da tante cattiverie, stordito da tante idee errate e dannose, rivolgiamo il nostro sguardo su Gesù che fu crocifisso, morì in croce tra indicibili sofferenze, fu sepolto in una tomba sigillata, ed è risorto.
Lui ci insegna la verità che tanto cerchiamo, Lui ci insegna la bontà che tanto desideriamo, Lui e soltanto Lui è il nostro Salvatore.
Pasqua che per gli antichi significava il passaggio dalla schiavitù alla libertà, per noi se ci lasciamo guidare da Cristo risorto, proprio a Pasqua significherà il passaggio dallo smarrimento alla felicità.
Il vostro Parroco.”

 

bottom of page